Inglese e dislessia

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Quale inglese per i bambini dislessici?

La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento di origine neurologica che comporta una parziale o addirittura mancata “automatizzazione” nella conversione dei segni/simboli in suoni e viceversa, che rende più complicata la lettura e/o la scrittura.

Per avere un’idea della difficoltà che il bambino dislessico incontra nella lettura, possiamo tornare con la memoria a quando abbiamo imparato a guidare l’auto e alla difficoltà di trovare la posizione delle marce e quella dei pedali in modo automatico durante la guida. Quando il bambino dislessico legge, ogni parola rappresenta per lui un ostacolo, poiché l’automatismo che permette di riconoscere la parola o le singole lettere o sillabe nella propria mente non funziona correttamente: è come se il bambino dislessico vedesse le vedesse per la prima volta.

Questa difficoltà è ancora più rilevante nei paesi di lingua anglosassone dove il numero dei soggetti dislessici risulta molto più alto che in Italia.

Ciò è dovuto al fatto che mentre l’italiano è una lingua con una elevata corrispondenza tra segno e suono (lingua trasparente), l’inglese è caratterizzato da una bassa corrispondenza tra segno e suono (lingua opaca).

Il processo di lettura in inglese è dunque ancora più complesso, quindi se un bambino ha difficoltà nella lettura dell’italiano, tale problema comparirà in modo ancora più evidente quando legge un testo inglese.

Per questo motivo, spesso si pensa di dover limitare o addirittura evitare l’insegnamento della lingua inglese nel caso di bambini affetti da dislessia.

Recenti studi hanno invece messo in evidenza come il giusto approccio didattico possa aiutare il bambino dislessico nell’apprendimento di questa lingua, così importante per il suo futuro.

I metodi che si rivelano più validi per insegnare l’inglese ai bambini affetti da dislessia devono però avere queste caratteristiche:

  • Dimensione ludica dell’insegnamento
  • Approccio comunicativo, che privilegia la scioltezza della comunicazione, rispetto al metodo tradizionale, più orientato all’aspetto formale della lingua.
  • Multimedialità (utilizzo di audio, video, musica)
  • Uso di dispositivi elettronici (tablet e computer) e altri strumenti compensative

Se volete approfondire l’argomento, ecco alcune fonti interessanti:

http://www.studioinmappa.it/joomla/attachments/047_Inglese_e_dislessianew.pdf

https://www.youtube.com/watch?v=rzF7vjwIeNs

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Quale inglese per i bambini dislessici?

La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento di origine neurologica che comporta una parziale o addirittura mancata “automatizzazione” nella conversione dei segni/simboli in suoni e viceversa, che rende più complicata la lettura e/o la scrittura.

Per avere un’idea della difficoltà che il bambino dislessico incontra nella lettura, possiamo tornare con la memoria a quando abbiamo imparato a guidare l’auto e alla difficoltà di trovare la posizione delle marce e quella dei pedali in modo automatico durante la guida. Quando il bambino dislessico legge, ogni parola rappresenta per lui un ostacolo, poiché l’automatismo che permette di riconoscere la parola o le singole lettere o sillabe nella propria mente non funziona correttamente: è come se il bambino dislessico vedesse le vedesse per la prima volta.

Questa difficoltà è ancora più rilevante nei paesi di lingua anglosassone dove il numero dei soggetti dislessici risulta molto più alto che in Italia.

Ciò è dovuto al fatto che mentre l’italiano è una lingua con una elevata corrispondenza tra segno e suono (lingua trasparente), l’inglese è caratterizzato da una bassa corrispondenza tra segno e suono (lingua opaca).

Il processo di lettura in inglese è dunque ancora più complesso, quindi se un bambino ha difficoltà nella lettura dell’italiano, tale problema comparirà in modo ancora più evidente quando legge un testo inglese.

Per questo motivo, spesso si pensa di dover limitare o addirittura evitare l’insegnamento della lingua inglese nel caso di bambini affetti da dislessia.

Recenti studi hanno invece messo in evidenza come il giusto approccio didattico possa aiutare il bambino dislessico nell’apprendimento di questa lingua, così importante per il suo futuro.

I metodi che si rivelano più validi per insegnare l’inglese ai bambini affetti da dislessia devono però avere queste caratteristiche:

  • Dimensione ludica dell’insegnamento
  • Approccio comunicativo, che privilegia la scioltezza della comunicazione, rispetto al metodo tradizionale, più orientato all’aspetto formale della lingua.
  • Multimedialità (utilizzo di audio, video, musica)
  • Uso di dispositivi elettronici (tablet e computer) e altri strumenti compensative

Se volete approfondire l’argomento, ecco alcune fonti interessanti:

http://www.studioinmappa.it/joomla/attachments/047_Inglese_e_dislessianew.pdf

https://www.youtube.com/watch?v=rzF7vjwIeNs