La dislessia (nota anche come disturbo della lettura) è un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) caratterizzato da problemi con lettura, scrittura a mano, comprensione dei testi e pronuncia delle parole.
E’ spesso accompagnata da disgrafia (DSA), discalculia (DSA), sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e disprassia. La diagnosi può essere fatta solo dopo la fine della seconda elementare (i sintomi si presentano soprattutto con la scolarizzazione), anche se alcuni indicatori precoci si manifestano già verso i 4/5 anni.
Ha origine neurologica e consiste, nello specifico, in una parziale o mancata “automatizzazione” nella conversione dei segni/simboli in suoni e viceversa, cosa che rende più complicata la lettura e/o la scrittura. In parole semplici, quando un bambino dislessico legge, l’automatismo che consente di riconoscere il simbolo (parole/sillabe/lettere) non funziona correttamente, come se il bambino lo vedesse per la prima volta.
Questa difficoltà è ancora più rilevante nei paesi di lingua anglosassone. A differenza di quella italiana, la lingua inglese ha un livello basso di trasparenza fonologica, cioè di corrispondenza fra scritto e parlato. Quindi, se un bambino ha difficoltà nella lettura dell’italiano, tale problema comparirà in modo ancora più evidente quando legge un testo inglese. Di conseguenza, in passato è stato sconsigliato l’insegnamento della lingua inglese ai bambini affetti da dislessia.
Recenti studi hanno però dimostrato che, col giusto approccio didattico, anche a bambini dislessici è possibile insegnare la lingua inglese.
Imparare una seconda lingua è in effetti necessario oggigiorno: il mondo del lavoro richiede questa competenza a tutti. E non solo il mondo del lavoro: oggi non sapere l’inglese preclude l’accesso a molte informazioni e risorse anche per il tempo libero, la cultura personale, lo studio. Imparare una seconda lingua, inoltre, ha un dimostrato effetto benefico sui processi cognitivi: come studiare tante altre cose, il suo vantaggio non si ferma al fatto di saperla, ma abbraccia il fatto che ci facilita nell’apprendere altre cose.
E’ stato dimostrato che la didattica ideale per insegnare l’inglese ai bambini affetti da DSA (in particolare dislessici) deve principalmente essere:
Altre caratteristiche che rendono più valido il metodo d’insegnamento sono:
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