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Disturbi specifici dell’apprendimento e bilinguismo

Davanti al desiderio di regalare l’insegnamento di una seconda lingua ai propri figli, molti genitori di ragazzi con disturbi dell’apprendimento scelgono di non iscriverli a corsi extracurricolari. Questo è dovuto all’idea comune che i disturbi possano influenzare negativamente l’insegnamento. 

Cosa intendiamo con disturbi dell’apprendimento

Per riportare una corretta definizione, la dottoressa Arianna Bigarella, psicologa e psicoterapeuta, ci ha aiutato nel chiarimento.

Più comunemente citati come disturbi dell’apprendimento ma clinicamente riconosciuti come DSA ovvero disturbi specifici dell’apprendimento, racchiudiamo quattro differenti disturbi: la dislessia, la disgrafia, la disortografia e infine la discalculia.

Come spiegato dalla dottoressa Bigarella, è definito disturbo e non malattia, poiché è un’alterazione di una particolare funzione. È specifico perché riguarda specifiche abilità e non l’intelligenza di una persona. Coinvolge l’abilità di apprendimento scolastico, quali la lettura, la scrittura e il calcolo. Circa il 3-4% degli alunni ha questo disturbo. 

Secondo la descrizione riportata da Bigarella, “sono disturbi che si manifestano con molte difficoltà nell’acquisizione e uso delle abilità di ascolto, espressione orale, lettura, ragionamento e matematica, presumibilmente dovute a una disfunzione del sistema nervoso centrale. Si contraddistinguono per la lentezza sia del processo di elaborazione degli stimoli, che dell’andamento generale dell’apprendimento”. 

Si intendono quei disturbi, come detto, che riguardano la capacità di leggere, di scrivere e di calcolare in modo corretto e fluente che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione. Questi vengono denominati come dislessia evolutiva (disturbi legati alla lettura), discalculia (disturbi legati al calcolo), disortografia e disgrafia (disturbi legati alla scrittura) e disturbi misti. 

Disturbo e non malattia

La dottoressa Bigarella spiega: «I DSA si presentano in soggetti con intelligenza nella norma, in assenza di deficit neurologici o sensoriali, il cui livello raggiunto nella lettura, nel calcolo o nell’espressioni scritta, come misurato da test standardizzati somministrati individualmente, è al di sotto di quanto previsto in base all’età cronologica. I DSA pertanto non dipendono da un insegnamento inadeguato o da situazioni ambientali che possono interferire con un’adeguata istruzione, né dalla “pigrizia” o “scarsa motivazione” del bambino ad apprendere. Per imparare a leggere, a scrivere, a fare calcoli, alcune aree della corteccia cerebrale coinvolte in tali processi devono funzionare correttamente. Se si presentano delle anomalie nel funzionamento di queste aree specifiche, si manifestano delle difficoltà specifiche che dipendono da un assetto neuropsicologico che non favorisce l’apprendimento automatico di specifiche abilità». 

DSA e bilinguismo

Idea piuttosto condivisa è che il disturbo specifico dell’apprendimento renda impossibile l’apprendimento di una seconda lingua. È dimostrato che il bilinguismo migliora la flessibilità cognitiva e, quindi, l’apprendimento di nuove abilità e nozioni, favorendo contemporaneamente anche una maggiore consapevolezza della propria lingua. 

Come spiegato dalla dottoressa Bigarella, i bambini con DSA riportano difficoltà anche sull’uso dell’ascolto e sull’espressione orale. Per questo, la tipologia di approccio all’insegnamento ricopre un maggiore peso sui ragazzi con disturbo specifico dell’apprendimento. È importante valutare con maggiore attenzione il modello di insegnamento utilizzato.

Secondo alcuni studi, gli errori più comuni nell’insegnamento di una lingua straniera in ragazzi con DSA sono l’utilizzo di un metodo sbagliato, primo fra tutti, un approccio in età troppo avanzata e, infine, il poco tempo dedicato all’apprendimento. 

Helen Doron si propone come metodo scientifico che dedica attenzione all’insegnamento in modo naturale, grazie all’utilizzo del gioco, del movimento e della musica. Anche la creazione delle classi e delle lezioni è personalizzata in base alle necessità e ai bisogni degli alunni, rispettando i tempi di apprendimento di ciascuno. 

L’utilizzo del rinforzo positivo che incoraggia l’alunno a ricercare la risposta corretta, rispettandolo in maniera totale e senza metterlo sotto pressione o in difetto, forma un insegnamento che mira a un apprendimento non focalizzato sull’errore. 

In più, l’utilizzo di ascolto ripetuto a casa che accompagna l’alunno tra una lezione e l’altra, mantiene costante l’attenzione sull’apprendimento della lingua. Gli studi dimostrano che dare precedenza all’insegnamento parlato rispetto quello scritto su ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento, dando così un vocabolario minimo, apporta maggiori benefici all’alunno. 

L’insegnamento dell’inglese per ragazzi con disturbi dell’apprendimento non è una sfida impossibile. Richiederà un’attenzione maggiore sulla scelta del metodo utilizzato ma resterà sempre un grande dono per i più giovani. 

Siete interessati a conoscere il nostro modello Helen Doron?

Vi aspettiamo al nostro centro di Verona, in Stradone San Fermo 15, dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 e il sabato mattina dalle 9.00 alle 13.00!

Ci potete trovare anche al numero +39 346.1860842 oppure con una email all’indirizzo verona@helendoron.com 

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