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10 Dic 2020

L’apprendimento delle lingue è una palestra per il cervello

Studiare una lingua straniera fa bene al cervello

Imparare una lingua straniera migliora il funzionamento del nostro cervello e aumenta persino le sue dimensioni. Diversi studi scientifici dimostrano molto chiaramente che il cervello lavora come un muscolo: l’esercizio migliora le sue funzionalità. Studiare una lingua straniera fa bene al cervello perché coinvolge più aree cerebrali e si traduce in un vero e proprio aumento delle potenzialità della nostra materia grigia.

Ma facciamo un passo indietro e partiamo dal principio.

Davvero imparare una lingua ci rende più intelligenti?

Sì, è proprio così.

Ormai siamo così abituati a distinguere tra la ragione e il corpo, tra il cervello e i muscoli, tra il pensiero e l’azione che ci dimentichiamo che anche il cervello è un muscolo, che migliora con l’allenamento. Studiare una lingua straniera fa bene al cervello.

Ciò che lo rende davvero unico è la neuroplasticità, cioè la capacità della materia cerebrale di cambiare e adattarsi alle “novità”. Grazie alla neuroplasticità il nostro cervello è in grado di riparare regioni danneggiate e di stimolare la crescita di nuovi neuroni. Il nostro cervello impara dalle sue attività e si modifica per affrontarle al meglio.

La capacità neuroplastica delle cellule si indebolisce con l’invecchiamento: è per questo che per i bambini è più facile imparare bene una seconda lingua rispetto agli adulti.

Inoltre è dimostrato che nelle persone che parlano due o più lingue, il cervello ha una funzione esecutiva più efficiente. Questi soggetti sono più abili a valutare l’ambiente circostante, dimostrano maggiore attitudine al problem-solving e al multi tasking.

Imparare una lingua significa allenare al meglio il proprio cervello

L’allenamento del cervello è dato in generale dall’apprendimento, qualunque sia l’argomento studiato o svolto. Ma imparare una lingua straniera è un tipo di apprendimento particolarmente impegnativo e i suoi benefici sono quelli di un allenamento speciale o potenziato.

Quindi riassumendo, sapere più lingue

  • Permette di essere più abili
  • Migliora le funzioni cognitive
  • Aiuta la concentrazione
  • Favorisce lo sviluppo cognitivo
  • Migliora la memoria

Inoltre, un cervello che si è tenuto in allenamento imparando una o più lingue  invecchia più lentamente.

Sapere più lingue diminuisce le probabilità di demenza?

Sì, è così. Gli studi scientifici affermano che pazienti bilingue sviluppano la demenza senile mediamente con oltre quattro anni di ritardo rispetto ai pazienti monolingua. Per questo, parlare diverse lingue è considerato un antidoto naturale alla degenerazione cerebrale.

 

Perché iniziare a studiare le lingua sin da piccoli?

Perché è durante la crescita che il cervello si forma ed è più sensibile alle richieste e alle nuove necessità. La sua neuroplasticità gli consente di modificare aree e connessioni per migliorare i processi. Inoltre il cervello assimila in modo diverso le lingue, nei diversi momenti della vita del soggetto.

Come dimostrato in uno studio del 2006 , i bambini che imparano una seconda lingua in età precoce, la memorizzano insieme alla loro madrelingua.

Proviamo a chiudere gli occhi e immaginare il cervello di un bimbo come se fosse la libreria della sua cameretta. La libreria di un bimbo cresce insieme a lui, man mano che lui apprende e fa esperienze. Più cose impara, più la libreria si popola.

Su un primo scaffale, al principio ci andranno tutte le cose che impariamo da molto piccoli: nutrirci, giocare, i visi e le voci dei genitori e poi man mano la nostra lingua e i meccanismi del linguaggio.

Mentre il bimbo cresce, nella libreria della sua cameretta aggiungeremo scaffali per le altre abilità che la vita gli insegna. Avrà un ripiano dedicato agli sport (sport base: camminare in posizione eretta!), uno per le piccole competenze nel disegnare, eccetera. Quando sarà più grande aggiungerà la matematica, la bicicletta, la Playstation… fino alle cose da grande: andare in skateboard, parlare con le ragazze senza arrossire, guidare l’automobile eccetera….

Ecco, se questo nostro bambino immaginario iniziasse a studiare una seconda lingua da piccolo, i materiali cerebrali necessari per quella nuova lingua finirebbero subito sul primo scaffale, quello del linguaggio principale, della lingua madre. E imparare una lingue da piccoli comporta pochi sforzi ma tanti benefici.

 

Ma cosa accade davvero nel cervello quando si studia una nuova lingua?

Si tratta di una procedura molto complessa che chiama in causa entrambi gli emisferi.
Nella nostra metafora sportiva, l’apprendimento di una lingua allena il cervello in modo completo, proprio come il nuoto sviluppa in modo armonico tutti i muscoli, o meglio ancora il decathlon crea atleti muscolosi ma equilibrati, sia veloci che resistenti e capaci di eccellere anche nelle prove più tecniche (come i salti o i lanci).

Come spiega il dottor Ping Li, psicologo Psicologia presso la Pennsylvania State University, imparare e praticare una lingua significa ricordare le parole (lessico), imparare il sistema di suoni (fonologia), apprenderne la scrittura (ortografia), imparare la grammatica (sintassi) e cogliere le sfumature espressive (pratica).

Tutti questi aspetti prima attivano e poi allenano diverse aree del cervello.

Dalle regioni corticali frontali e parietali, a quelle frontali e temporali, in pratica, tutte le regioni del cervello sono coinvolte. E le informazioni viaggiano grazie al corpo calloso una lamina di sostanza bianca che unisce i due emisferi sinistro a e destro, permettendo il trasferimento e l’integrazione delle informazioni reciproche.

Studiare una lingua straniera fa bene al cervello

Se ti interessa scoprire di più sulle attività del cervello durante lo studio delle lingue straniere ti consigliamo questo articolo di Oggiscienza. Avresti mai pensato che si possono imparare fino a 8 lingue in contemporanea?

Se invece vuoi capire come e quando far iniziare a un bambino lo studio dell’inglese, contattaci direttamente o scopri di più sul nostro metodo Helen Doron.

 

 

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