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28 Gen 2021

L’educazione positiva e l’apprendimento

Studiare le lingue: l’importanza di un approccio positivo

Nello studiare le lingue l’approccio positivo è di fondamentale importanza. Vi illustriamo il nesso.

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L’approccio positivo alla genitorialità

È provato quindi che un bimbo impara soprattutto dalla madre e anche l’apprendimento della lingua non fa eccezione.

Proprio partendo da questo dato, il nesso tra madre e lingua diventa decisivo nel campo dell’insegnamento. La scienza psicolinguistica sostiene l’importanza di un legame affettivo e positivo con la lingua da apprendere: un aspetto che risulta determinante anche nel momento successivo in cui il bambino impara una lingua tutta nuova. Perché la positività dell’approccio va a risvegliare nel bambino (o nello studente) gli stessi meccanismi rodati nella formazione della lingua madre. E tutto questo rende l’apprendimento della seconda lingua più agevole, divertente, accogliente.

Fedeli a questo principio, i nostri Learning Centre Helen Doron badiamo a insegnare l’inglese in un ambiente positivo, creando un profondo legame di affettività con la lingua.

Se un genitore si comporta in modo positivo, lascia un segno più importante nella crescita del figlio. E così il nostro ruolo di ambasciatori di una lingua e di una cultura nuove è tanto più efficace quanto più si svolge nei canoni di un’educazione positiva.

Ma cosa si intende per educazione positiva?

L’Educazione positiva è un approccio all’insegnamento e alla genitorialità che permette il raggiungimento degli obiettivi educativi e di sviluppo, nel reale e completo rispetto dei diritti delle bambine e dei bambini.

Questo metodo si basa schematicamente su quattro principi cardine

  • L’individuazione degli obiettivi educativi
  • La necessità di fornire ai bimbi un sostegno
  • La capacità di saper comprendere cosa essi pensano e provano
  • Assumere sempre un approccio risolutivo e non punitivo

 Scopri di più sull’educazione positiva sul sito di Save the Children

Il modo più efficace per comprendere il comportamento di un bambino è quello di provare a mettersi nei suoi panni, “in his shoes” – nelle sue scarpine!

Ogni fase del suo sviluppo ha dei bisogni e delle prospettive specifiche. Provare a guardare il mondo con gli occhi di un bambino di 1 anno, di 5 o di 13 è sicuramente un’esperienza importante per un adulto, tanto più se è un genitore o un educatore.

In fondo si tratta di un’applicazione della grande lezione di Maria Montessori che è stata tra i primi ad adeguarsi al mondo dei più piccoli assumendo il loro punto di vista e a fare di questo strumento di indagine un vero e proprio metodo.

Scopri cosa hanno in comune i metodi Helen Doron e Montessori

Ecco un esempio semplice pratico di educazione positiva

Durante le lezioni Helen Doron, la parola “no” è quasi proibita. Se un bambino fa un errore, prima si rinforza il concetto pronunciato, poi si presenta la soluzione reale alla prima domanda.
“What is it?” (Chiede l’insegnante, mostrando la foto di un gatto.) Se un bimbo risponde “It’s a DOG”, l’insegnante prima mostra la foto di un cagnolino “THIS is a dog”. Poi, tornando alla foto precedente, dà la risposta corretta: “And THIS is a cat”.

Nello studiare le lingue l’approccio positivo è di fondamentale importanza. Se a questo punto, vuoi scoprire meglio come lavoriamo nei centri Helen Doron, contattaci direttamente o scopri di più sul nostro metodo Helen Doron.

A questo punto possiamo anche chiederci quali sono le caratteristiche di una relazione educativa e che cosa rende un genitore un buon educatore? Torneremo a breve sul tema!

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