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12 Gen 2024

Il code-switching in età infantile: vantaggioso o dannoso?

Code-switching - Helen Doron

Apprendere due o più lingue contemporaneamente durante il periodo infantile può creare confusione nei bambini?
Si tratta di un dubbio lecito che ci viene sottoposto dalle famiglie dei nostri alunni. 

La confusione linguistica nei più piccoli che imparano due o più lingue simultaneamente è un aspetto comune ma temporaneo. Non deve essere perciò motivo di preoccupazione. 

Questo fenomeno è noto come “code-switching“, alternanza linguistica o commutazione di codice ed è una risposta normale all’esposizione a più lingue.

Il code-switching: cos’è e come si pratica

Si parla di code-switching quando avviene il passaggio da una lingua all’altra «nello stesso discorso, con lo stesso interlocutore e la stessa configurazione situazionale, ma a un confine sintattico molto rilevante, quello interfrasale» (Berruto 2009, p. 11).

Un esempio pratico si compie nel momento in cui i bambini bilingui alternano le lingue in una stessa conversazione o in una stessa frase. Questo può accadere quando utilizzano la parola o la frase che ritengono più adatta alla situazione o quando non sanno la parola nella lingua in cui stanno comunicando.

Questo comportamento è in realtà un’abilità: infatti, si tratta di una strategia comunicativa positiva e adeguata. Il bambino in questo modo colma lacune che possiede in una lingua con il suo idioma dominante.

È una fase di sviluppo linguistico che tende a scomparire sempre più man mano che i bambini sviluppano competenze linguistiche più avanzate. Nel tempo, diventeranno più abili nel separare e utilizzare le lingue in modo più accurato. 

Esistono modi differenti per ridurre la confusione nella quale un bambino potrebbero trovarsi. Ad esempio, collegare una lingua a un singolo genitore gli permetterà di associare quello specifico idioma al diretto interlocutore, accusando meno lo switch. 

Code-switching in classe - Helen Doron

Il code-switching in classe

Trattandosi di un’area di apprendimento, gli studiosi si sono domandati quale fosse il comportamento migliore da tenere nelle classi di insegnamento di una lingua straniera. 

Secondo quanto riportato dalla professoressa dell’Università della Calabria, Mariagrazia Palumbo, nella sua ricerca “La commutazione di codice nel parlato dell’insegnante di inglese come lingua straniera” (2021), «la ricerca sulla commutazione di codice nella classe di lingua ha mostrato come l’attitudine degli insegnanti verso la commutazione di codice sia sostanzialmente positiva: al di là delle dichiarazioni teoriche, infatti, in genere gli insegnanti la utilizzano costantemente nelle classi per scopi prevalentemente pedagogici (Engku et al., 2013). La commutazione di codice ha un impatto positivo sugli studenti poiché supporta la comprensione della lingua straniera e contribuisce a creare un clima disteso e positivo all’interno della classe (Zanoni, 2016). La commutazione di codice può avere diversi scopi: veicolare meglio i contenuti della lingua, gestire la classe, creare un clima positivo e così via (Bashir & Naveed, 2015)».

 I benefici del code-switching nell’età infantile

A dispetto del fatto che il code-switching venga visto come limite ed elemento confusionario, si tratta invece di un elemento distintivo. Infatti, evidenzia lo sviluppo delle competenze linguistiche avanzate in entrambe le lingue. 

Oltretutto, l’apprendimento di più lingue durante il periodo infantile, comporta uno sviluppo della flessibilità cognitiva, che permetterà al bambino di navigare tra sistemi linguistici differenti. 

Come dichiarato dai ricercatori Viorica Marian e Anthony Show in The Cognitive Benefits of Being Bilingual, «oggi la popolazione mondiale è più bilingue o multilingue che monolingue. Oltre a facilitare la comunicazione interculturale, questa tendenza influisce positivamente sulle capacità cognitive. I ricercatori hanno dimostrato che il cervello bilingue può avere migliori capacità di attenzione e di commutazione dei compiti rispetto al cervello monolingue, grazie alla sua sviluppata capacità di inibire una lingua mentre ne usa un’altra».

Secondo quanto analizzato dalla ricerca, «l’arricchimento del controllo cognitivo che deriva dall’esperienza bilingue rappresenta solo uno dei vantaggi di cui godono le persone bilingui. […] Il bilinguismo è stato associato a una migliore consapevolezza metalinguistica (la capacità di riconoscere il linguaggio come un sistema che può essere manipolato ed esplorato), oltre che a una migliore memoria, abilità visuo-spaziali e persino creatività. Inoltre, al di là di questi vantaggi cognitivi e neurologici, ci sono anche preziosi benefici sociali che derivano dall’essere bilingui, tra cui la possibilità di esplorare una cultura attraverso la sua lingua madre o di parlare con qualcuno con cui altrimenti non si potrebbe mai comunicare. I vantaggi cognitivi, neurali e sociali osservati nelle persone bilingui evidenziano la necessità di considerare come il bilinguismo modella l’attività e l’architettura del cervello e, in ultima analisi, come il linguaggio viene rappresentato nella mente umana, soprattutto perché la maggior parte dei parlanti nel mondo sperimenta la vita attraverso più di una lingua».

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