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06 Giu 2022

Giada Maurenzi, il volto del centro Helen Doron di Udine

GIADA Maurenzi_FRANCHISEE UDINE - Helen Doron Udine

Ci sono mille e più ragioni che portano i franchisee di Helen Doron ad aprire i propri centri in giro per il mondo: chi ha scoperto il metodo per caso, chi ci si è approcciato per amore dei propri figli, chi per lasciare il segno per le generazioni future. 

Giada Maurenzi, la direttrice del centro Helen Doron English di Udine, ha una storia differente. 

Nel 2016 si era appena laureata come interprete e traduttrice in Anglo-americano e Cinese e viveva stabilmente a Shanghai.  Per puro caso, è tornata in contatto con un collega conosciuto durante il suo percorso universitario, che le ha proposto di collaborare come insegnante in un centro Helen Doron dove lui era già impiegato.

Giada si è presto appassionata al metodo. Ha seguito la formazione obbligatoria per certificarsi come insegnante ed è diventata in breve tempo head teacher, responsabile dell’intero corpo insegnanti. Il centro di Shanghai, imponente e importante, richiedeva un team di 15 educatori e accoglieva più di 1000 studenti.

Qualche anno dopo è venuta a conoscenza del centro Helen Doron di Udine, che stava per terminare la propria attività.  Appurata la situazione, Giada ha deciso di tornare nella sua Regione d’origine e prendere la direzione del centro friulano, cominciando così una nuova esperienza da franchisee. 

A settembre 2019 il centro riapre sotto la sua direzione: oggi Giada e le sue teachers accolgono, ogni settimana, più di 160 piccoli alunni. 

Ma l’insegnamento non si ferma entro le mura del Learning Centre Helen Doron di Udine. Le teachers sono anche “viaggiatrici” e portano il metodo all’interno di scuole materne e asili nido della zona.

Un lavoro intenso ma diverso ogni giorno. 

Un lavoro che ti permette ogni volta di imparare cose nuove. 

Il modello cinese di Helen Doron

Il periodo in Cina ha influenzato molto Giada e il suo approccio al metodo. 

«I cinesi sono estremamente organizzati e io ho deciso di portare questo elemento nella mia scuola in Italia, modificando il modello di gestione precedentemente avviato» ci spiega. 

«Penso di avere più materiale di qualsiasi altro centro Helen Doron» racconta, ridendo. 

«Quando insegniamo il nome in inglese di un oggetto, voglio che ciò che utilizziamo permetta di avere un’esperienza simil reale. Perché è così che tutti noi apprendiamo al meglio, tramite le esperienze che ci lasciano un bel ricordo, che ci coinvolgono e ci fanno divertire… a tutte le età. Se parliamo di cibo, porto del vero cibo. Così se parliamo di mezzi di trasporto, porto in aula il giocattolo che meglio rappresenta quel determinato veicolo» conclude. 

Il metodo di Giada porta il bambino all’interno di una completa esperienza immersiva, un viaggio pur mantenendo i piedi all’interno del centro di Udine. 

Le attività durante le lezioni coinvolgono forme di apprendimento visivo, cinestetico e uditivo con un approccio di insegnamento multisensoriale. Gli studenti, specialmente i più piccoli, hanno bisogno di assimilare la seconda lingua in maniera naturale, in una modalità che imita l’apprendimento della propria lingua madre.  

Superate le porte del centro, si entra in una nuova realtà. Anche la lingua cambia. 

Non si utilizza l’italiano, se non in casi particolari o per necessità. 

Questo nasce dalla volontà di spingere alunni e alunne a parlare in inglese, sempre. Non importano errori o imprecisioni. Ciò che conta è che ci provino. A cosa serve una lingua se non per comunicare? Quante volte abbiamo sentito qualcuno dire che capisce l’inglese, ma non lo sa parlare? 

Vogliamo donare ai nostri allievi la possibilità di non farsi spaventare dalla comunicazione in una lingua straniera e di renderli autonomi e sicuri di sé nel trasmettere un messaggio in modo efficace.

Il cambiamento radicale del centro di Udine

Come detto, il periodo trascorso nel centro di Shanghai ha influenzato molto la gestione di Giada. 

Ciò ha comportato modifiche sia al livello organizzativo sia a quello strutturale della scuola udinese. 

Giada ha modificato la struttura, implementando un nuovo spazio, arrivando così a poter lavorare su tre aule contemporaneamente. In ognuna ha rivestito il pavimento con tatami da palestra, perfetti per l’utilizzo in sicurezza da parte dei bambini. 

«Devono avere l’impressione di essere in un parco giochi, devono sentirsi liberi e devono divertirsi. Solo così il metodo funzionerà in modo efficace. Desidero che vengano qui non per volontà dei genitori, ma che siano loro a chiedere di poter tornare perché si divertono. E divertendosi, imparano», spiega. 

Giada ha incrementato anche il suo corpo insegnanti. 

Ogni sua teacher ha un background differente.

Insegnanti - Helen Doron Udine

Storie e nazionalità differenti che si sono incrociate nel Centro Helen Doron di Udine, portando valore ed esperienza. 

La bravura di un’insegnante, ci racconta poi, si capisce dalla capacità di adattare la lezione ai suoi alunni. «La stessa lezione, con lo stesso metodo e gli stessi argomenti, dev’essere adattata in base a come reagiscono i bambini. Bisogna intuire quando hanno più bisogno di muoversi, quando è il momento di svolgere un’attività creativa o di memoria, quando è il momento di saltare, correre o ballare. Ci deve essere una forte sinergia tra il gruppo e l’insegnante».

Di feste, viaggi ed esami Cambridge

Helen Doron ha portato un metodo rivoluzionario di insegnamento della lingua inglese in 39 Paesi del mondo. Ma ha lasciato anche spazio alla personalizzazione e alla creazione di una comunità per ogni centro. 

Le attività non finiscono al termine dei corsi progettati dalla casa madre ma spaziano nelle feste, nei viaggi e nella preparazione degli esami.

Il Coronavirus ha limitato tanto queste possibilità e, per evitare assembramenti, Giada ha preferito fermarsi e aspettare tempi migliori. Ma prima di questo momento tante feste hanno riempito il centro di Udine. 

Anche le festività hanno portato colore e divertimento. Halloween e Natale sono stati festeggiati nel centro di via Lavariano 4. 

«Ho sempre proposto feste con un tema particolare, un altro elemento che mi ha donato la mia esperienza in Cina. Ad Halloween abbiamo festeggiato con Coco e i suoi personaggi mentre a Natale abbiamo portato Frozen. Ho deciso di farlo perché si tratta di storie che i bambini già conoscono e che quindi permettono un ulteriore contatto per avvicinarli all’inglese» ci racconta. 

Sempre la pandemia ha bloccato i viaggi ma Giada si sta già organizzando per poterli proporre ai suoi ragazzi e alle famiglie. E, insieme, anche la possibilità di prepararsi e sottoporsi agli esami Cambridge. 

La gestione della pandemia con il metodo cinese 

Un metodo di insegnamento basato sulle lezioni in presenza, sul senso dell’ascolto e del tatto, delle attività di gruppo e ricco di materiali, ha dovuto essere ridimensionato completamente  per affrontare al meglio le chiusure messe in atto a causa della pandemia globale iniziata nel 2020. 

Giada si è subito messa all’opera, contattando il suo ex responsabile del centro di Shanghai chiedendo consigli da mettere in pratica durante le lezioni a distanza. 

Quando si ha a che fare con un pubblico così giovane, che fa fatica a stare molto tempo davanti allo schermo, è necessario apportare modifiche all’approccio. 

Così Giada e le sue insegnanti durante il lockdown preparavano tutto il materiale il giorno prima e richiedevano ai genitori di preparare lo stesso a casa. Da lì, iniziava un doppio ruolo.
L’insegnante parlava, il bambino ascoltava ma aveva rivolto lo sguardo al genitore che, seguendo le mosse delle teacher, si sostituiva alle insegnanti e riproponeva il tutto al bambino. 

Una sorta di mimo che giocava direttamente con il bambino. 

Una battuta finale è d’obbligo…

Al termine della nostra intervista abbiamo domandato a Giada che cosa si sentisse di dire ai genitori che ci stanno leggendo. 

L’inglese è importantissimo. Rispetto ai Paesi in cui ho vissuto, in Italia ho notato una grossa differenza. 

È sottostimata l’importanza dell’apprendimento in tenera età perché da piccoli si possono perfezionare la pronuncia e la grammatica in modo naturale e non meccanico. Se qualcuno mi chiedesse il trapassato remoto di un verbo italiano io non saprei rispondere, anche se probabilmente lo inserisco spesso nelle mie frasi. Il bambino che impara l’inglese da piccolo sarà capace di fare lo stesso discorso, non si soffermerà a pensare a come dover costruire una frase o quale regola grammaticale utilizzare, perché la comunicazione in inglese sarà del tutto naturale» ci spiega. 

Conclude così Giada: «Il metodo Helen Doron richiede una lezione alla settimana che, a differenza di quanto si possa credere, non è poco. La cosa importante, infatti, è mantenere l’ascolto ripetuto a casa. È una base per il futuro. Il mio sogno più grande è proprio questo, donare una base per il futuro ai miei studenti». 

Giada e le sue insegnanti vi aspettano al Learning Centre Helen Doron English di Udine in Via Lavariano 4. 

Per avere informazioni e contattarle: chiamare al numero +39 331.6255224 oppure tramite email all’indirizzo udine@helendoron.com.

 

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