Durante la crescita, ci sono hard e soft skills, ovvero le competenze, che ogni individuo deve implementare per arricchire il proprio bagaglio.
La conoscenza dell’inglese è sicuramente una di quelle maggiormente richieste, specialmente in ambito lavorativo.
Ma l’inglese è in grado di aprire ogni individuo a infinite possibilità, impossibili oramai da raggiungere senza questa conoscenza.
Oltre alla conoscenza di lingue straniere, le hard skills possono essere dimostrate con certificati o dimostrazioni pratiche. Queste vengono definite competenze specifiche necessarie per svolgere un determinato ruolo o lavoro.
Possono riferirsi alla conoscenza relativa all’utilizzo di specifici macchinari oppure conoscenze di linguaggi informatici particolari o ancora la conoscenza dell’analisi dei dati.
Le soft skills invece sono competenze che sono legate alla personalità dell’individuo ma che possono essere sviluppate e implementate nel tempo, anche definite competenze trasversali.
Le 6 competenze maggiormente richieste sul mercato del lavoro, soprattutto a certi livelli, sono:
- stare/lavorare insieme (team work)
- pensare in modo creativo (creative thinking)
- risolvere problemi (problem solving)
- analizzare in modo critico eventi e risorse (critical thinking)
- comunicare in modo efficace (communication)
- mantenere un atteggiamento positivo (positive mindset/social responsabilities)
L’importanza delle soft skills nel percorso professionale (e non solo) di ogni individuo
Quindi, le hard skills vanno a dichiarare un quadro di competenze tecniche di un candidato mentre le soft skills sono capacità che non riguardano specificatamente il settore lavorativo ma che permettono di differenziarsi rispetto agli altri.
Si tratta di competenze trasversali, anche dette comportamentali, che accrescono il valore dell’individuo perché lavorano sulla capacità di lavorare in gruppo, capacità importante all’interno di un’azienda dove la condivisione è il fulcro della giornata. O ancora riconoscere gli impegni da portare a termine e la loro priorità, dando precedenza alle task più rilevanti. Questo è fattibile grazie a una dote organizzativa ben strutturata, significativa anche durante la manifestazione di un problema.
Altra importante competenza è sicuramente la capacità di comunicare efficacemente, sia nei confronti di un papabile cliente che con il proprio team in azienda, specialmente riferendosi alla comunicazione dei propri pensieri in modo chiaro, esprimendo cioè la propria opinione in maniera corretta, o ancora coltivare l’empatia nei confronti degli altri individui.
Competenze che possono venire dalla persona, possono crescere assieme a lui, venendo cioè dalle persone da cui è circondato o che possono essere implementate attraverso percorsi di formazione con team esperti del settore.
Ma quindi, cosa c’entra il metodo Helen Doron con l’implementazione delle soft skills?
Come ci spiega Helga Past, la direttrice del centro Helen Doron di Gorizia, «Il nostro metodo è molto attento a sviluppare queste competenze e lo fa, come sempre, sotto forma di gioco e attività educative in linea con la fase evolutiva dei nostri allievi. Ecco che il giochino proposto ai bambini piccolissimi nei corsi 0-3 in cui li si invita a riconoscere nome e caratteristiche di 10 tipi di farfalle o uccelli non è fine a se stesso e per nulla inutile. È importante perché consente di affinare la capacità di utilizzare in futuro parole/stili/registri corretti per descrivere realtà e pensieri astratti». Oppure ancora «la costruzione di un diagramma di Venn con bimbi di 4 anni. Due cerchi sovrapposti che creano due insiemi e un sottoinsieme centrale comune. In una parte del cerchio stanno gli oggetti di un colore, nell’altra quelli di un altro e nella parte centrale quelli con il colore dato dalla fusione dei due colori singoli. Serve, sin dalla più tenera età, a contribuire alla creazione dell’intuizione e del pensiero critico».
Un gioco niente affatto banale
«E ancora, lavorare in gruppo su temi svariati. Come avviene sia nei gruppi dei più piccoli, ad esempio il tema del riciclo in Jump with Joey (6-9 anni). Il tema dell’inquinamento in World of Wonders (10-12); o il tema del rispetto per gli animali, della diversità culturali in Paul Explores (10-14) e Paul Ward’s Adventures (11-15) che dei Teens (13-19. Non serve solo a “parlare in inglese”. Serve a elaborare il pensiero critico, a trovare soluzioni, a rispettare le altrui opinioni. A mantenere un atteggiamento positivo e rispettoso laddove i pensieri altrui siano divergenti. Tutto questo sulla base di attività creative e giocose, in un ambiente rassicurante e positivo» conclude Helga.
I corsi di Helen Doron sono stati studiati per rendere l’apprendimento un momento di gioco e divertimento. Predisponendo il bambino, in questo modo, all’assimilazione di nuovi concetti in modo semplice e positivo.
Creare un ambiente positivo per l’apprendimento permette anche di rafforzare la fiducia del bambino utilizzando la lingua, associando poi il parlato in lingua a sentimenti positivi.
Il metodo Helen Doron, infatti, si avvale di attività creative e argomenti più attuali e interessanti per giovani studenti, nell’ottica di integrare la lingua a temi a loro conosciuti.
Giocando insieme, collaborando fra loro o creando in gruppo durante i laboratori, l’apprendimento della lingua avviene in maniera quasi impercettibile, in modo -appunto- naturale.
I centri Helen Doron English aiuteranno il tuo bambino a crescere in un ambiente protetto. Realizzato a sua misura e ricco di spunti e attività, lo aiuterà a sviluppare competenze e capacità che lo accompagneranno per il resto della sua vita.
Perché come specifica la direttrice Helga Past, «come dice un nostro claim “More than English, values for life” qui da Helen Doron si impara molto di più dell’inglese.»
Scopri il nostro metodo e alimenta la voglia di conoscenza del tuo bambino!
Vieni a scoprire il nostro metodo e il nostro Learning Centre di Gorizia in Via Terza Armata, 137.
Chiamaci al numero 0481.284662 oppure scrivici all’indirizzo email gorizia@helendoron.com per ricevere ulteriori informazioni.