Molti genitori decidono di non iscrivere i bambini con disturbi dell’apprendimento a un corso di inglese perché pensano possano fare confusione. In realtà, gli studenti neuroatipici possono trarre molti benefici dall’apprendimento di una seconda lingua!
Ne parliamo nell’articolo di oggi.
In Italia, questi disturbi sono stati riconosciuti in modo ufficiale con la Legge N. 170 dell’8 ottobre 2010.
Ecco gli argomenti che tratteremo nel corso dell’articolo. Puoi cliccare il titolo per passare al paragrafo di tuo interesse:
Oggi, si preferisce parlare di neurodiversità (o per meglio dire neuroatipicità) per sdoganare l’autismo (e i DSA, il disturbo da deficit di attenzione e tutte le altre possibili forme di diversità neurologiche) dal concetto di patologia.
L’accento sulla diversità e non sulla patologia è dovuto al fatto che spesso queste persone hanno delle risorse più sviluppate rispetto ai coetanei neurotipici in specifici ambiti, accanto a difficoltà altrettanto specifiche.
Nel video che ti proponiamo, Temple Grandin – diagnosticata come autistica da bambina – condivide alcuni pensieri sul funzionamento della sua mente e spiega perché il mondo oggi abbia bisogno delle persone con disturbi dello spettro autistico:
I disturbi dell’apprendimento hanno come caratteristica peculiare la specificità. Pur manifestandosi spesso in modo significativo, infatti, il disturbo rimane circoscritto a un certo dominio di abilità, senza alterare il generale funzionamento intellettivo.
I bambini con un deficit specifico di apprendimento presentano un quoziente intellettivo nella norma, ma capacità ridotte in alcune aree molto specifiche.
Uno dei maggiori dubbi dei genitori riguarda la capacità dei bambini neurodiversi di apprendere una lingua straniera. La verità è che non solo possono impararla, ma traggono anche molti benefici dal frequentare corsi di inglese, ma ne parleremo ancora nel corso dell’articolo.
Se vuoi approfondire questo tema, scarica gratis il nostro ebook!
Di seguito, una breve spiegazione dei DSA più comuni.
La dislessia è il disturbo della lettura e consiste in una difficoltà a leggere e scrivere in modo corretto e fluente. La lettura e la scrittura costano ai bambini dislessici un’enorme fatica rispetto ai coetanei, non essendo per loro un meccanismo automatico.
Si presenta spesso in associazione ad altri disturbi dell’apprendimento. Ad esempio, un bambino dislessico potrebbe faticare anche a scrivere, presentando sintomi di disgrafia o disortografia, oppure avere difficoltà nel fare i calcoli. Bisogna sottolineare che la dislessia nei bambini non è sinonimo di deficit di intelligenza.
Secondo i dati diffusi dal MIUR, nell’anno accademico 2018/2019 in Italia, 187.693 alunni risultavano dislessici, il 39,6% del totale degli studenti di 3°, 4° e 5° elementare e delle scuole medie e superiori.
La disortografia è il disturbo della scrittura e si suddivide in due componenti:
Sempre secondo la ricerca del MIUR, i bambini disortografici erano 101.744 (il 21,5% del totale) nel 2018/2019, mentre i disgrafici 87.859 (18,6%).
Il disturbo del calcolo per il MIUR interessa 96.081 bambini (il 20,3% del totale) e si manifesta in ridotte capacità nell’apprendimento delle abilità numeriche e del calcolo.
Ci sono alcune caratteristiche comuni a questi DSA, riconosciute dalla comunità scientifica. Vediamo quali sono.
L’individuazione precoce dei DSA è fondamentale affinché gli insegnanti possano aiutare i bimbi al meglio nel loro percorso di apprendimento.
Ciò non significa che il bambino a scuola o durante un corso extrascolastico – magari di inglese – debba essere trattato in modo diverso rispetto agli altri; è importante però che sia seguito al meglio, in modo che apprenda i concetti e non si senta escluso o intimidito.
Ecco perché è consigliabile optare per un corso di inglese che preveda classi molto ridotte, di 7/8 bambini al massimo. Per gli insegnanti, è più facile gestire il gruppo, progettare le lezioni, scegliere i materiali di lavoro e dedicare a ognuno il giusto tempo.
Partendo dal presupposto che la diagnosi effettiva di DSA può essere svolta solo da psicologi, neuropsicologi dello sviluppo esperti in psicopatologia dell’apprendimento e neuropsichiatri infantili, anche in famiglia e a scuola si possono riconoscere i segnali di un disturbo specifico dell’apprendimento.
Spesso, infatti, sono gli insegnanti a segnalare eventuali difficoltà dei bambini alle famiglie perché è proprio a scuola l’ambiente in cui più si manifestano.
Le difficoltà possono riguardare:
Quando si parla di DSA, gli aspetti emozionali ed emotivi non andrebbero sottovalutati. I bambini potrebbero presentare disagi psicologici significativi, che possono incidere sull’autostima, sulla motivazione ad apprendere e sui rapporti sociali. Il sentirsi diversi può comportare un sentimento di inferiorità nelle interazioni con i compagni, che tenderanno a diventare sempre più sporadiche.
Per questo, se si sta pensando a un corso di inglese per bambini, è importante considerare il metodo utilizzato: le migliori scuole di inglese cercano il coinvolgimento e lo stimolo continuo, anche attraverso attività studiate apposta per loro.
Un bimbo dislessico può essere facilitato tramite suoni o sensazioni tattili, colori particolari o, addirittura, caratteri specifici (il Comic Sans, ad esempio, sembra rendere più facile la lettura ai bambini dislessici).
L’autismo è un insieme di alterazioni dello sviluppo cerebrale che possono variare molto da un soggetto a un altro in termini di tipologia e gravità e comportano una compromissione delle abilità sociali e del linguaggio.
Non essendo definibile in modo univoco, si preferisce parlare di disturbi dello spettro autistico, che comprendono:
Questi disturbi sono accomunati dalla presenza di deficit dell’interazione e della comunicazione sociale, interessi, attività e comportamenti restrittivi e ripetitivi.
Da quando l’autismo venne descritto per la prima volta negli anni ’30 del secolo scorso, la ricerca non è mai terminata: ancora oggi si sa poco sulle cause, non si sa se sia possibile prevenirlo e non si è a conoscenza di una terapia risolutiva.
Tuttavia, esistono diversi strumenti per riconoscere queste neurodiversità ed effettuare una diagnosi precoce.
I segni dell’autismo compaiono di solito nella prima infanzia e i bambini manifestano difficoltà in aree specifiche:
Questi segnali appaiono in modo variegato nei bambini: alcuni riescono a integrarsi nella vita sociale, a relazionarsi con i compagni, a comunicare in modo efficace e spesso presentano abilità superiori alla media in determinate situazioni.
La sindrome di Asperger presenta svariati tratti in comune con l’autismo, tanto che gli studiosi non sono ancora concordi nell’affermare che si tratti davvero di due condizioni distinte.
Molti bambini con sindrome di Asperger hanno interessi insoliti per qualità o intensità, spesso rivolti a specifiche aree intellettuali (come la storia, le scienze o la matematica).
Anche la goffaggine e il ritardo nel raggiungimento delle tappe basilari di sviluppo motorio sono considerate parte della sintomatologia.
Ecco perché, nella scelta di una scuola di inglese, è preferibile orientarsi verso quelle che considerano il movimento, la musica e il gioco parte integrante delle lezioni.
Oltre a migliorare l’apprendimento della lingua e le abilità motorie, le attività studiate per i bambini creano situazioni di spensieratezza e interazione importanti per favorire l’integrazione con i coetanei.
In questo video, Carrie Beckwith-Fellows condivide le difficoltà che ha attraversato a causa della diagnosi tardiva dell’autismo, avvenuta quando aveva 35 anni:
La sindrome di Heller è conosciuta come disturbo disintegrativo dell’infanzia. È molto rara ed è caratterizzata da uno sviluppo neurotipico nei primi 3 o 4 anni di vita, seguito da una regressione nelle abilità cognitiva e di comunicazione sociale, simile all’autismo o addirittura più grave.
Anche la sindrome di Rett è considerata rara: si tratta di un disturbo neurologico di origine genetica che si manifesta soprattutto tra le bambine, dopo i primi 6-18 mesi di vita, con gravi deficit della comunicazione sociale e motori e problemi respiratori.
Il disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato si applica ai bambini che non soddisfano del tutto i criteri di una diagnosi di autismo, pur manifestandone alcuni sintomi.
In generale, sono quattro i metodi attraverso i quali viene accertata una diversità.
Spesso i genitori sono scettici riguardo alla possibilità di iscrivere i bambini autistici o con DSA ad un corso di inglese perché credono possa confonderlo (spesso sono i logopedisti stessi ad instillare questo timore).
In realtà, sono diversi gli studi che dimostrano quanto il bilinguismo migliori la flessibilità cognitiva nei bambini con autismo. Il passaggio tra le lingue, infatti, implica lo shift da una modalità mentale ad un’altra in modo rapido e agevole, rendendo il cervello più flessibile.
Questo è un enorme beneficio per i bimbi con autismo o DSA, che spesso faticano a concentrarsi e a lungo e a focalizzarsi su attività diverse.
Spesso le famiglie faticano a parlare delle difficoltà dei propri figli, oppure non accettano e negano la situazione. Tuttavia, la consapevolezza del problema è il primo passo per aiutare i bimbi nel modo migliore sia nel loro percorso di apprendimento, sia nella vita quotidiana.
È importante che i genitori non siano troppo protettivi nei confronti dei bambini neurodiversi, ma che li spronino a raggiungere la loro autonomia e non precludendo alcuna possibilità.
Se si decide di iscrivere il proprio bimbo ad una scuola di inglese, bisogna verificare che gli insegnanti siano certificati e qualificati e che utilizzino un metodo comprovato e all’avanguardia, basato sull’inclusività, il rinforzo positivo, lo stimolo continuo e l’utilizzo di materiali ad hoc, selezionati in base alle necessità e alla fascia d’età degli studenti.
Se le classi sono formate da un numero ristretto di studenti è un ulteriore vantaggio, perché si può avere la certezza che ogni bambino abbia le giuste attenzioni e sia seguito al meglio. Per i bimbi autistici, che spesso mal sopportano i rumori e il caos, le classi con pochi alunni possono essere la giusta soluzione.
Il metodo Helen Doron è nato proprio per dare a tutti i bambini e ragazzi la possibilità di imparare l’inglese in modo naturale, anche attraverso il gioco, la musica e il movimento. I corsi sono personalizzati in base alle età dei partecipanti e i materiali didattici sono creati in esclusiva da esperti e logopedisti.
Se vuoi approfondire e vedere in prima persona in che modo questo approccio si differenzia rispetto agli altri, prenota una lezione dimostrativa gratuita, anche online!
Si avvicina la fine della scuola e, forse, cominci a pensare a come far passare…
Tutto è digitale, anche l'apprendimento! Grazie alle innovative learning apps per bambini e ragazzi di…
La Pasqua è un momento coinvolgente per le famiglie che spesso da inizio alla primavera!…
Alzi la mano chi ama i giochi da fare in gruppo! Per noi non ci…
Spesso ci concentriamo sulle caratteristiche più difficili della lingua inglese, ma questa volta partiamo dalle…
Il Carnevale è un momento magico per i bambini, pieno di colori vivaci, costumi fantastici…