Insegnare inglese ai bambini: il supporto dei genitori

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Insegnare inglese ai bambini

Insegnare inglese ai bambini può essere più semplice di quello che si pensa, se si forniscono gli strumenti giusti. Sapevi che uno dei contesti più arricchenti e inclusivi è l’ambiente domestico? Nell’articolo di oggi parliamo, in particolare, del ruolo dei genitori.

Insegnare inglese ai bambini attraverso stimoli e interazioni

Durante i primi anni di vita, i bambini vivono esperienze uniche che contribuiscono allo sviluppo caratteriale, sociale, fisico e mentale. In questa fase della vita, si manifesta il maggior numero di connessioni neuronali che producono una risposta esecutiva più efficace rispetto a qualunque altra età.

Negli anni, molti studi si sono concentrati sulla finestra temporale che influenza lo sviluppo cognitivo e sulle opportunità che è possibile cogliere. Il risultato è che le interazioni impattano in modo decisivo sulla capacità del bambino di relazionarsi e sulle sue abilità.

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Esporre un bambino a stimoli linguistici, fin dalle prime settimane di vita, genera un processo di apprendimento naturale e una capacità innata di acquisizione.

Per comprendere meglio questo concetto, è sufficiente riflettere sull’acquisizione inconscia della lingua madre; nei primi mesi di vita, ogni attività rappresenta un’opportunità per sviluppare nuove conoscenze e approcciarsi al linguaggio.

È in questo modo che dai suoni si passa alle parole e, in un secondo momento, a frasi di senso compiuto. L’interazione continua – sotto forma di giochi, letture, stimoli esterni – è sufficiente per avvicinare il bambino alla lingua, sviluppando padronanza e autonomia.

La routine quotidiana può dimostrarsi efficace anche per insegnare inglese ai bambini e generare il fenomeno di assorbimento naturale.

A differenza di quanto avviene con la lingua madre, l’insegnamento di una seconda lingua richiede uno sforzo aggiuntivo da parte dei genitori che, oltre alla volontà, devono mettere in campo strumenti efficaci.

Come apprendere una seconda lingua?

Uno studio pubblicato dall’Università di New York ha analizzato il ruolo dei genitori nell’apprendimento linguistico dei figli, facendo emergere molti aspetti interessanti.

La frequenza delle interazioni

Il primo obiettivo della ricerca è stato quello di individuare le abitudini quotidiane che influenzano lo sviluppo della lingua. È emerso che la frequenza con cui si coinvolge i più piccoli nelle attività di tutti i giorni influisce sulle capacità relazionali e cognitive.

Le dinamiche e il contesto circostante offrono input diversi, senza che i bimbi percepiscano la fatica legata all’assimilazione: la sola partecipazione è sufficiente per arricchire il vocabolario e la produzione lessicale.

In un primo momento, le attività sono limitate alle capacità fisiche dei bambini, ma ciò non preclude la possibilità di offrire ambienti ricchi di stimoli. Ogni occasione può essere quella giusta per favorire l’ascolto passivo di più lingue:

  • la preparazione della pappa
  • la ninna nanna
  • la pulizia della casa
  • il bagnetto

Il consiglio è di non limitarsi a parlare con i bimbi utilizzando la lingua madre, ma sforzarsi di alternare le lingue, includendo vocaboli in inglese.

Credi che ascoltare più lingue possa confondere i bambini? Questo è uno dei miti da sfatare sul bilinguismo, clicca qui e scopri perché.

La qualità dell’interazione

Il secondo aspetto su cui si è concentrato lo studio è la qualità dell’interazione; è stato dimostrato come l’esposizione a conversazioni ricche di vocaboli ed espressioni influenzi la produzione linguistica dei bambini, accelerando la comprensione verbale.

Se l’obiettivo è insegnare inglese ai bambini in modo naturale durante i primi anni di vita, è bene integrare la lingua anche in famiglia. Ascoltare mamma e papà chiacchierare in inglese aumenta l’esposizione ai nuovi vocaboli, contribuendo a consolidare l’assorbimento di suoni e parole.

Inoltre, interagire in una seconda lingua permette di superare il limite della mancanza di creatività e suggerisce ai genitori nuove forme di interazione e coinvolgimento.

Gli strumenti per favorire l’apprendimento

Infine, la ricerca ha analizzato gli strumenti che supportano i genitori nell’insegnamento della lingua, dimostrandosi efficaci per favorire l’apprendimento.

insegnare inglese ai bambini
Libri, giochi, cartoni animati e canzoni sono attività che accelerano la produzione linguistica dei bambini e generano un maggior numero di scambi comunicativi. Per essere efficaci, gli strumenti impiegati devono essere adatti all’età e alle necessità dell’infante.

Per questa ragione, oggi è bene considerare una scuola di inglese per bambini, che indirizzi i genitori offrendo corsi specifici per le diverse fasce d’età; è un’opportunità preziosa per incoraggiare lo sviluppo fisico e cognitivo, senza dimenticare la componente socio-relazionale che per i bambini assume un valore ancora più importante.

Non è mai troppo presto per avvicinarsi a una scuola di inglese; anche i più piccoli possono ottenere imperdibili vantaggi dalle proposte più complete, orientate all’ascolto ripetuto, al rinforzo positivo e all’interazione vivace.


Helen Doron offre programmi di inglese anche per bimbi da 0 a 4 anni, incentrati sullo sviluppo evolutivo e relazionale. Richiedi una lezione dimostrativa gratuita, potrai entrare in aula insieme a tuo figlio e scoprire come insegnare inglese ai bambini in modo naturale.

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Insegnare inglese ai bambini

Insegnare inglese ai bambini può essere più semplice di quello che si pensa, se si forniscono gli strumenti giusti. Sapevi che uno dei contesti più arricchenti e inclusivi è l’ambiente domestico? Nell’articolo di oggi parliamo, in particolare, del ruolo dei genitori.

Insegnare inglese ai bambini attraverso stimoli e interazioni

Durante i primi anni di vita, i bambini vivono esperienze uniche che contribuiscono allo sviluppo caratteriale, sociale, fisico e mentale. In questa fase della vita, si manifesta il maggior numero di connessioni neuronali che producono una risposta esecutiva più efficace rispetto a qualunque altra età.

Negli anni, molti studi si sono concentrati sulla finestra temporale che influenza lo sviluppo cognitivo e sulle opportunità che è possibile cogliere. Il risultato è che le interazioni impattano in modo decisivo sulla capacità del bambino di relazionarsi e sulle sue abilità.

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Esporre un bambino a stimoli linguistici, fin dalle prime settimane di vita, genera un processo di apprendimento naturale e una capacità innata di acquisizione.

Per comprendere meglio questo concetto, è sufficiente riflettere sull’acquisizione inconscia della lingua madre; nei primi mesi di vita, ogni attività rappresenta un’opportunità per sviluppare nuove conoscenze e approcciarsi al linguaggio.

È in questo modo che dai suoni si passa alle parole e, in un secondo momento, a frasi di senso compiuto. L’interazione continua – sotto forma di giochi, letture, stimoli esterni – è sufficiente per avvicinare il bambino alla lingua, sviluppando padronanza e autonomia.

La routine quotidiana può dimostrarsi efficace anche per insegnare inglese ai bambini e generare il fenomeno di assorbimento naturale.

A differenza di quanto avviene con la lingua madre, l’insegnamento di una seconda lingua richiede uno sforzo aggiuntivo da parte dei genitori che, oltre alla volontà, devono mettere in campo strumenti efficaci.

Come apprendere una seconda lingua?

Uno studio pubblicato dall’Università di New York ha analizzato il ruolo dei genitori nell’apprendimento linguistico dei figli, facendo emergere molti aspetti interessanti.

La frequenza delle interazioni

Il primo obiettivo della ricerca è stato quello di individuare le abitudini quotidiane che influenzano lo sviluppo della lingua. È emerso che la frequenza con cui si coinvolge i più piccoli nelle attività di tutti i giorni influisce sulle capacità relazionali e cognitive.

Le dinamiche e il contesto circostante offrono input diversi, senza che i bimbi percepiscano la fatica legata all’assimilazione: la sola partecipazione è sufficiente per arricchire il vocabolario e la produzione lessicale.

In un primo momento, le attività sono limitate alle capacità fisiche dei bambini, ma ciò non preclude la possibilità di offrire ambienti ricchi di stimoli. Ogni occasione può essere quella giusta per favorire l’ascolto passivo di più lingue:

  • la preparazione della pappa
  • la ninna nanna
  • la pulizia della casa
  • il bagnetto

Il consiglio è di non limitarsi a parlare con i bimbi utilizzando la lingua madre, ma sforzarsi di alternare le lingue, includendo vocaboli in inglese.

Credi che ascoltare più lingue possa confondere i bambini? Questo è uno dei miti da sfatare sul bilinguismo, clicca qui e scopri perché.

La qualità dell’interazione

Il secondo aspetto su cui si è concentrato lo studio è la qualità dell’interazione; è stato dimostrato come l’esposizione a conversazioni ricche di vocaboli ed espressioni influenzi la produzione linguistica dei bambini, accelerando la comprensione verbale.

Se l’obiettivo è insegnare inglese ai bambini in modo naturale durante i primi anni di vita, è bene integrare la lingua anche in famiglia. Ascoltare mamma e papà chiacchierare in inglese aumenta l’esposizione ai nuovi vocaboli, contribuendo a consolidare l’assorbimento di suoni e parole.

Inoltre, interagire in una seconda lingua permette di superare il limite della mancanza di creatività e suggerisce ai genitori nuove forme di interazione e coinvolgimento.

Gli strumenti per favorire l’apprendimento

Infine, la ricerca ha analizzato gli strumenti che supportano i genitori nell’insegnamento della lingua, dimostrandosi efficaci per favorire l’apprendimento.

insegnare inglese ai bambini
Libri, giochi, cartoni animati e canzoni sono attività che accelerano la produzione linguistica dei bambini e generano un maggior numero di scambi comunicativi. Per essere efficaci, gli strumenti impiegati devono essere adatti all’età e alle necessità dell’infante.

Per questa ragione, oggi è bene considerare una scuola di inglese per bambini, che indirizzi i genitori offrendo corsi specifici per le diverse fasce d’età; è un’opportunità preziosa per incoraggiare lo sviluppo fisico e cognitivo, senza dimenticare la componente socio-relazionale che per i bambini assume un valore ancora più importante.

Non è mai troppo presto per avvicinarsi a una scuola di inglese; anche i più piccoli possono ottenere imperdibili vantaggi dalle proposte più complete, orientate all’ascolto ripetuto, al rinforzo positivo e all’interazione vivace.


Helen Doron offre programmi di inglese anche per bimbi da 0 a 4 anni, incentrati sullo sviluppo evolutivo e relazionale. Richiedi una lezione dimostrativa gratuita, potrai entrare in aula insieme a tuo figlio e scoprire come insegnare inglese ai bambini in modo naturale.

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